Este - XXVII Convegno nazionale AIF

XXVII Convegno nazionale AIF

13 Nov 2015 09:30 – 14 Nov 2015 13:30
Sede: Piazza Luigi di Savoia 6, Milano, Lombardia, Italia
Regione: Lombardia

Partecipa all'incontro

Liberare la formazione per generare possibilità 

 

 

Introduzione

RIFLESSIONI

Siamo pressati da un’esigenza crescente di formazione nuova, libera dai vincoli indotti dalla metodologia di moda e dall’inetto uso delle tecnologie. Liberata anche dalle spire della fretta di cambiamento e di trasformazione necessaria, che generano l’angoscia della professionalizzazione, a prescindere dal senso e dal contesto in cui si realizza la persona.
Discutere di liberazione, di diritto alla destabilizzazione e di capacità creativa rappresenta forse il primo passo per progettare una formazione in grado di aprire al futuro, di aiutare la persona a porsi di fronte alla storia con la libertà di rifiutare, di re-inventare e ricostruire il mondo in cui vive, sapendo che non è l’unico mondo possibile.
Una formazione liberata può far comprendere meglio che la società è il luogo dove si esercita il diritto di esserci, rappresentarsi ed esprimersi. Che la società è un prodotto della creazione umana. Non è espressione di un fondamentale ordine naturale, ma un concepimento dell’uomo per l’uomo, modificabile a proprio piacimento.
La formazione inefficace, sterile, maltrattata e malvista deve liberarsi dalla paura di mostrare i suoi limiti, le sue responsabilità di fronte al mancato cambiamento delle persone, delle organizzazioni e del mondo. Deve definire il perimetro della sua azione, l’ambito di applicazione in cui può apportare significativi contributi alla creazione del futuro. Una formazione liberata sarà capace di far comprendere che il contesto formativo non può da solo azzerare le routine formate della quotidianità. Può solo svolgere il fondamentale compito di aiutare la persona a identificare e agire, all’interno delle leggi generali che governano ogni modello, i propri spazi di azione, realizzazione e libertà. Per liberare la formazione dobbiamo, infine, sviluppare una forte consapevolezza di ruolo. L’autorevolezza di chi dimostra che a volte la risoluzione dei problemi richiede la messa in dubbio dell’ossatura indiscussa dell’equilibrio d’interessi dati. Operando sotto l’influenza dello spirito incantatore dalla falsa necessità si perde di vista il potere rivoluzionario di un apprendimento basato sulle infinite possibilità.
L’aggravarsi, nei nostri tempi, dei motivi d’insoddisfazione, di paralisi e di conflitto può aiutare la formazione di nuovi ambienti di apprendimento in cui l’esigenza di certezza del lavoro possa essere sostituita con l’accrescimento delle potenzialità del cittadino, allargando il senso collettivo del possibile a supporto di una visione del cambiamento e dei modi di associarsi tra persone.
Solo una formazione liberata può trasformare l’indefinito, questo comune denominatore dei nostri tempi, da segno di una confusione paralizzante a potente voce dell’opportunità di trasformazione della vita sociale.

Antonello Calvaruso, Presidente nazionale AIF

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La metafora del titolo, Liberare la formazione, vuole proporre un percorso che recupera e valorizza la grande tradizione storica della formazione in Italia, di cui è portatrice, da quaranta anni, l’AIF. Si tratta ora di far emergere, da questa tradizione, risposte a cogenti bisogni presenti, e ad esigenze emergenti, basilari per il nostro futuro personale, per il futuro del nostro paese e del mondo.
La formazione è stata intesa essenzialmente come ‘formazione aziendale’, ma oggi le aziende non sono più in grado, o non sono più interessate, a farsi carico di vasti piani formativi, mentre assume importanza crescente la formazione finanziata. La formazione è stata essenzialmente formazione erogata in aula, mentre oggi le modalità formative, supportate da diverse tecnologie, si moltiplicano. La formazione è stata rivolta a intere popolazioni aziendali, a gruppi di persone, mentre oggi si va diffondendo, e appare sempre più necessaria, la formazione costruita sui bisogni e sulle aspettative di una singola persona. La formazione si è fondata su una netta separazione dei ruoli di docente e discente, mentre oggi appare sempre più un processo che coinvolge attori che sono al contempo docenti e discenti.
La formazione è stata intesa come formazione rivolta a persone dotate di un ‘posto di lavoro’. Ma oggi sempre di più appare importante pensare ad una formazione rivolta a coloro che non hanno lavoro.
La formazione è stata intesa, in senso stretto, la formazione degli adulti, ma oggi appare particolarmente importante guardare, con uguale attenzione, alla formazione dei giovani, degli adulti, e di coloro che sono, con sempre meno motivi, considerati ‘anziani’.
Liberare la formazione dalle consuetudini significa sprigionarne le potenzialità. La figura del formatore, così, nata come ‘formatore aziendale’, può essere intesa in senso più lato, fino ad abbracciare tutti coloro che nella Scuola, nell’Università, e in genere nella società, si occupano di apprendimento e di trasferimento delle conoscenze.
La formazione apparirà così come fonte di spazi di libertà per ogni cittadino.
Guardando, alla luce del passato e del presente, al futuro della formazione, sarà così anche possibile immaginare e costruire il futuro dell’Associazione Italiana Formatori.

Francesco Varanini, Responsabile scientifico del Convegno

 

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AIF

 

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13 Nov 2015 09:30 – 14 Nov 2015 13:30
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